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Erbe e piante medicinali: tecniche di preparazione
Il cataplasma è una delle preparazioni galeniche (in onore di Galena) somministrate inizialmente in piccole dosi per verificare che il paziente accetti la cura senza grosse controindicazioni (ipersensibilità o reazioni allergiche). E' un mezzo curativo, costituito da una pasta composta da sostanze vegetali mucillaginose, oleose o amilacee che viene raccolta in garza o panno sottile e applicata, per lo più calda, sulla pelle a scopo emolliente, sedativo, revulsivo.
Il decotto è una forma di tisana utilizzata per estrarre i principi attivi dalle parti più dure della pianta. Per le radici, cortecce, semi ed altre parti dure della pianta, meno penetrabili dall'azione dell'acqua calda, si procede sminuzzando la droga, si getta in acqua bollente nelle quantità prescritte, si copre e si continua a far bollire per 10-20 minuti. Il decotto ottenuto si filtra con l'aiuto di un panno di tela pulito o di un colino a maglie strette. Un decotto più concentrato si può ottenere diminuendo un po' la quantità di acqua o aggiungendo la droga nell'acqua fredda nel momento in cui si pone sul fuoco.
GLi estratti sono preparati farmaceutici ottenuti dall'evaporazione parziale o totale di succhi vegetali o di soluzioni ottenuti dal trattamento di una sostanza vegetale o animale con un liquido (acqua, alcol, etere...) capace di discioglierne, e quindi estrarne, i principi attivi. Ci sono estratti di radici, foglie, frutti, cortecce... Si possono dividere in base al tipo di solvente usato per l'estrazione: gli estratti acquosi preparati con acqua distillata; gli estratti idroalcolici preparati con alcol diluito od ottenuti dall'estrazione effettuata prima con acqua e successivamente con alcol; gli estratti eterei ottenuti utilizzando etere e concentrando la soluzione. In casi speciali come solventi si possono usare l'aceto, il vino, l'acido acetico, l'acido cloridrico... In base al loro aspetto (consistenza) si possono distinguere in secchi, molli o liquidi a seconda della totale o parziale evaporazione del solvente usato.
L'impacco consiste in un'applicazione a scopo terapeutico di panni, garze o cotone idrofilo imbevuti di un liquido medicamentoso di cui si voglia sfruttare l'azione fisica (umidità e temperatura) o quella chimica.
L' impiastro o empiastro (dal latino Emplastrum ovvero unguento) è un preparato farmaceutico per uso esterno costituito di sapone di piombo (impiastro semplice), o a base di resine, cere, grassi, metalli (impiastro composto). Di consistenza solida è capace di rammollirsi alla temperatura del corpo umano (acquistando proprietà adesive) viene steso in strato sottilissimo sopra un leggero tessuto di cotone, lino o seta. A seconda delle sostanze utilizzate costituisce un cerotto ad azione revulsiva, vescicatoria, ecc...
L'infuso è una preparazione adatta a tutte le droghe (presenti soprattutto in foglie, fiori, gemme) ricche di componenti volatili e aromi delicati i cui principi attivi sono estratti grazie all'azione combinata di acqua e calore. Per ottenere l'infuso bisogna sminuzzare la droga, porla in un recipiente adatto e versare la giusta quantità di acqua bollente sulla droga, rimestare, ricoprire lasciando riposare per un tempo medio di dieci minuti e infine filtrare l'infuso con una garza o con un colino a maglie strette. Va consumato caldo o tiepido, addolcito con miele o aromatizzato a piacere.
La macerazione consiste nel lasciare a contatto, per un tempo più o meno lungo, la droga con un solvente adatto. Questa tecnica si utilizza in via preferenziale alla spremitura quando non si ha a disposizione un percolatore ma anche quando i principi attivi da estrarre sono o molto solubili o alterabili dal calore o molto volatili. La natura della droga influenza molto l'estrazione; se infatti bisogna estrarre da tessuti particolarmente coriacei (radici o corteccia) si può provare a lavorare a temperature maggiori della temperatura ambiente (max 35°C) in modo tale da aumentare l'energia cinetica del sistema. La macinazione della droga è un'ottima tecnica di preparazione all'estrazione poiché aumenta l'area superficiale di dissoluzione. E' richiesta particolare attenzione per la scelta del solvente adatto ed in particolare il solvente deve essere affine ai principi attivi che si vogliono estrarre. E' possibile utilizzare solventi alcalini o basici per estrarre le sostanze che salificano in questo determinato ambiente.
Le polveri in galenica sono delle erbe essiccate (o minerali) finemente contuse e/o macinate. Una volta per questo scopo si usava il mortaio e il pestello, oggi ancora utilizzati per piccole dosi mentre per dosi elevate si usano delle apposite apparecchiature o speciali frullatori. Per scopi domestici ci si può servire del macinacaffè elettrico. Le polveri normalmente si conservano in appositi recipienti opportunamente contrassegnati con l'indicazione del contenuto e la data di preparazione. Le erbe essendo particolarmente deperibili se polverizzate, si sminuzzano finemente solo quando servono. Certe tinture ed estratti (specialmente di radici, legno, corteccia, steli) invece, si preparano sminuzzandoli in modo grossolano perché è facilitata l'estrazione delle sostanze attive dai tessuti molto duri e densi.
La spremitura diretta (con la diretta pressione delle mani, o con l'aiuto di vari torchi) permette di ottenere il succo fresco delle erbe allo stato naturale. Le erbe fresche e tenere, una volta lavate ed asciugate, si fanno a pezzi e si pestano in un mortaio, si collocano poi in un sacco di tela fitta e resistente e si mettono sotto pressione. Il liquido che ne cola si lascia decantare, magari facendolo bollire a bagnomaria, e si può utilizzare per le varie terapie.
Il suffumigio consiste nella riduzione in fumo o in vapore di sostanze medicamentose o disinfettanti a scopo inalatorio o per disinfezione di ambienti. Assieme alle inalazioni codtituisce una tecnica di somministrazione o di assunzione di una sostanza medicamentosa per via respiratoria. Può essere attuata in vari modi: mediante la semplice inspirazione di sostanze volatili, di fumi liberati da sostanze in combustione (formaci antiasmatici) o di vapori veicolanti sostanze medicamentose; mediante appositi apparecchi (detti inalatori) capaci di frammentare la preparazione medicamentosa in minutissime particele (nebulizzazioni).
Le "tinture casalinghe" (o idroalcoliche) si preparano per macerazione ovvero ponendo la droga sminuzzata in un contenitore di vetro a chiusura ermetica e lasciandola a contatto con il solvente prescritto per 5-10 giorni in un luogo tiepido, al riparo dalla luce solare diretta, agitando di tanto in tanto. Una volta maturata la tintura per il tempo previsto, la si filtra con un colino o con una tela fitta aggiungendo la quantità di solvente necessaria per ottenere il volume finale prescritto. Nel preparare le tinture si utilizza alcol di diversa gradazione diluendolo come indicato nella tabella sotto riportata. In un contenitore di un litro esatto, si versa alcol etilico a 95° secondo la quantità indicata nella riga superiore della tabella: aggiungendo tanta acqua da riempire il recipiente da un litro, si avrà la gradazione corrispondente.
Il "vino medicato" è un vino (bianco o rosso) di buona gradazione alcolica utilizzato come solvente di varie droghe. Generalmente il rapporto tra queste ultime ed il vino è variabile ma sempre inferiore rispetto alle tinture, con proporzioni da 1 a 20 (cioè si impiegano 10 gr di droga per ottenere 200 ml di vino medicato). Sebbene continuano ad avere un gusto gradevole ed aromatico, controllare se - dopo qualche tempo - sul fondo del contenitore si nota del deposito: in questo caso filtrare il liquido con l'apposita carta filtrante. Dopo due, o massimo tre filtraggi, il composto va comunque eliminato perché degradato.
n.b. per droga si intende un prodotto di origine naturale con sostanze attive dal punto di vista farmacologico (principi attivi)
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