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Modi di dire: G
gli assenti hanno sempre torto Massima
di origine francese, interpretabile in due sensi, che d’altronde si completano
a vicenda. Non bisogna appartarsi e disinteressarsi delle questioni che ci
riguardano, perché si corre il rischio di trovarsi posti di fronte a un fatto
compiuto a noi sfavorevole. Ed è facile, ma poco onesto, addossare tutte le
colpe a chi, assente, non è in grado di difendersi. gaffe (pron. “gaf”) Francese. Fare una gaffe significa
avere una uscita inopportuna e imbarazzante, di proposito o più spesso
inavvertitamente, per mancanza di sensibilità. E gaffeur viene detto chi è solito commettere di queste
indelicatezze. guàrdati
dalle idi di marzo Classica citazione con la quale si mette in guardia
qualcuno contro un pericolo che lo minaccia a breve scadenza, alludendo
all’avvertimento dato a Cesare (secondo il racconto di Plutarco) da un
indovino, affinché non andasse in Senato il giorno in cui fu ucciso. gag
(pron.
“ghègh”) Inglese:
trovata comica, con speciale riferimento allo spettacolo cinematografico. La gag
non è una “battuta”; non consiste in parole, ma in situazioni, in un gesto
o in serie di gesti che provocano, per una reazione quasi fisiologica e
automatica, la risata. gagà Si
dice dello zerbinotto, dell’elegantone fatuo, leggermente sciocco e spesso
squattrinato. Per la giovane donna, si usava gagarella.
Ma in francese (gaga è parola
francese) significa vecchio rimbambito, rammollito. Il tipo del gagà
fu satireggiato dai giornali umoristici fra le due guerre mondiali. galeotto fu il libro e chi lo scrisse Il
celebre verso si trova in Dante (Inf.,
V, 137), nell’episodio dei tragici amanti Paolo Malatesta e Francesca da
Rimini. Qui galeotto significa intermediario amoroso, mezzano, e si riferisce
all’omonimo personaggio (del ciclo cavalleresco bretone) che per amicizia
favorisce gli amori di Lancillotto con la regina Ginevra. gallismo Definizione
ironica dell’esuberanza erotica vantata (ma non sempre posseduta in realtà)
dal maschio italiano e meridionale in particolare. Il termine fu coniato dallo
scrittore Vitaliano Brancati (1907-1954). gap (pron. “ghèp”) Inglese:
apertura, vuoto, lacuna, divario. Questo termine è usato, anche troppo, per
indicare il divario, la differenza di livello economico, tecnologico, sociale,
eccetera, tra Paesi o gruppi umani. gauchisme
(pron. “gosism”) Francese,
letteralmente: sinistrismo. Nome collettivamente applicato in Francia ai
movimenti politici della sinistra extraparlamentare. Gauchistes ne sono detti i membri. geronte Con
i progressi della geriatria, gerontologia, gerontoiatria, si
è fatto strada anche questo geronte, appellativo riservato
scherzosamente, anche se un po’ irriguardosamente, agli anziani; equivale a matusa. ghetto Da
qualche anno il significato di questo termine, che designava il quartiere ove in
molte città d’Europa erano obbligati per legge ad abitare gli Ebrei (il primo
ghetto fu istituito a Venezia nel secolo XVI), si è esteso a indicare quei
quartieri in cui sono relegate, a causa della loro inferiorità economica o dei
pregiudizi altrui, certe collettività. Si usa anche in senso non materiale: stato,
volontario o coatto, di esclusione. Donde il verbo ghettizzare e il sostantivo ghettizzazione. giubilare qualcuno Metterlo
a riposo da un impiego, ma più spesso vuol dire, in senso ironico, liberarsene,
esautorarlo con l’artificio di una apparente promozione conferita per salvare
la forma, conferire un titolo prestigioso ma al quale non si accompagna un
potere effettivo.
giudizio di salomone Spartizione rigorosamente equa di un bene; verdetto definitivo emesso secondo principi di equità e di giustizia. Espressione che si ricollega alla Storia Sacra. Racconta l'Autore sacro (1 Re 3,16-28) che si presentarono al Re Salomone due donne con un bambino piccolissimo, ancora in fasce. Ognuna sosteneva di essere la mamma del bambino e lo voleva per sé. Salomone si fece portare una spada e disse: "Dividete il bambino in due e datene una parte ciascuna". A quelle parole una delle due donne disse: "Va bene, così non sarà né mio né tuo". L'altra invece diceva tra le lacrime: "Date il bambino a lei, io ci rinuncio, basta che lui viva!". Allora Salomone concluse: "Date il bambino a quest'ultima, la vera madre è lei".
glissare su un argomento Francesismo
(da glisser, letteralmente: scivolare)
raffinato e inutile che significa: sorvolare, minimizzare, abbandonare un
argomento che con ogni probabilità causerebbe imbarazzo o malumore. Spesso è
usato direttamente il francese glissons!, con valore esortativo. G-man (pron. “gi mèn”) Inglese:
uomo del governo; plurale G-men.
Nomignolo con cui sono noti, grazie anche a tutta una letteratura
avventurosa, gli agenti del famoso F.B.I. (Federal
Bureau of Investigation, “Ufficio Investigativo Federale”), corpo di
polizia statunitense dotato di speciali attribuzioni e formato da uomini assai
bene addestrati. gnòthi seautòn Greco:
conosci te stesso. Citata anche in latino (Nosce
te ipsum), la massima era incisa sul frontone del tempio di Apollo a Delfi.
Attribuita ai Sette Savi, fu presa da Socrate a fondamento della sua filosofia;
essa esorta ad approfondire la conoscenza di sé e a riconoscere, di
conseguenza, i limiti propri dell’uomo. go-go,
a - (pron. “gogò”) Dall’inglese
to go, “andare”. A profusione,
senza sosta, con giovanile esuberanza e vivacità. E’ usato talvolta nella
denominazione di certi locali con clientela prevalentemente giovane e con allusione
al forte consumo di bevande alcoliche. Si potrebbe anche tradurre “a
garganella”. L’espressione deriva dall’antica parola francese gogue,
che significava “allegria, abbondanza, esuberanza”.
golden
boy (pron. “gòuldoen bòi”) Inglese:
ragazzo d’oro. Lo si dice di certi giocatori di calcio (la definizione fu
coniata per il calciatore Gianni Rivera) con allusione un po’ alla loro
bravura e più ai loro favolosi guadagni e valore di mercato. goleada Alla
spagnola: ricca messe di goal segnati nel corso di una partita di calcio. Già
usato da molti anni, il termine divenne anche più popolare dopo la vittoria
della squadra italiana ai campionati mondiali di calcio svoltisi in Spagna nel
1982. Il campionato stesso diventò il mundial,
i suoi vincitori i mondiali; uno
di loro, Paolo Rossi, ebbe il soprannome di chico
(bambino) de oro o Pablito
de oro. golpe Spagnolo:
colpo. Nel giornalismo politico, ricorre spesso in luogo di “colpo di
stato”. Il termine ci viene dall’America Latina dove i golpes, generalmente compiuti dai militari, sono una radicata
consuetudine. grana Dal
gergo militare e burocratico il termine è passato nel linguaggio comune,
designando una seccatura, una questione molesta.
Inoltre, dal dialetto lombardo. è entrato nell’uso familiare col senso di
“denaro” ma non è un’espressione raffinata. Nel primo caso, l’origine
è incerta; nel secondo, è plurale latineggiante di “grano”, moneta del
Regno delle Due Sicilie: 10 grana facevano 1 carlino. grato m’è il sonno e più l’esser di sasso Verso
michelangiolesco talvolta citato quando, per il disgusto che suscita il mondo
circostante, ci si augurerebbe di essere insensibili come una pietra.
Michelangelo lo fa dire alla statua della Notte,
da lui scolpita con altre per ornare la tomba di Giuliano dei Medici in San
Lorenzo a Firenze, replicando a un ammiratore poeta che invitava i visitatori a
destare la figura dormiente, così viva che avrebbe potuto parlare. “No”,
dice Michelangelo “di questi tempi (Firenze era minacciata d’assedio) è
meglio non vedere la realtà, piena com’è di danno e di vergogna.” gettare il guanto Sfidare, e raccogliere il guanto significa accettare la sfida. Era antica usanza cavalleresca, di origine germanica, mandare il “guanto della battaglia” per dichiarare la guerra, e lanciare sprezzatamente un guanto in faccia all’avversario per sfidano a duello.
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