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Modi di dire: I
il
bacio di Giuda L’apostolo
Giuda Iscariota tradì Cristo per trenta denari, baciandolo nell’orto degli
ulivi, (Luca, 22, 4 7-48) e con tale gesto indicandolo agli sgherri dei
sommi sacerdoti. La locuzione, proverbiale, designa le false manifestazioni di
amicizia, spesso aventi lo scopo di sopire eventuali sospetti, di chi si
appresta a tradire. il
fine giustifica i mezzi La
cinica massima compendierebbe,
secondo la tradizione, la filosofia politica del Machiavelli, il quale poneva il
“principe” al di sopra della morale comune. in
fieri Dal
latino fieri, “diventare, esser fatto”. Si usa parlando di cosa non
ancora compiuta, spesso ancora allo stato di intenzione più che di progetto
pratico, comunque assai lontana dal diventare realtà. in
mancanza di cavalli trottano gli asini Detto
antico: è giocoforza valersi dei mezzi disponibili, anche se non sono i più
adatti. Spesso si cita a titolo di ironico apprezzamento circa gli “asini”
della situazione. il
bacio della
morte Secondo
i costumi mafiosi, è quello che il capo della “cosca” dà sulla guancia al
sicario delegato a “eseguire” una sentenza di morte; quasi a suggellare
solennemente la sentenza stessa e ad augurare la buona riuscita dell’incarico.
Comunemente, ma a torto, l’espressione è usata nello stesso senso di bacio di Giuda . illico
et immediate Latino:
sul posto e subito. Di uso colto, si dice a proposito di richiesta immediata e
perentoria, nonché fiscale o pedante. impasse
(pron.
“enpàs”) Francese:
vicolo cieco. Da noi si usa solo in senso figurato a designare una situazione
difficile dalla quale non si sa come districarsi. imprimàtur Latino: si stampi. E’ la parola apposta dal censore religioso a un libro o altra pubblicazione sottoposta al suo esame per accertarne l’ortodossia e la moralità. Scherzosamente si usa a proposito di analoga autorizzazione concessa da un superiore alla pubblicazione di qualcosa, o di qualsiasi permesso, in particolare se dato per iscritto. in
càmera caritatis Latino
medievale: nella camera della carità, cioè seguendo la via della carità
invece che quella, per esempio, dell’autorità o della forza. La locuzione,
derivata dal linguaggio ecclesiastico, allude a cosa detta in confidenza, sotto
il vincolo del segreto, per non offendere né danneggiare una terza persona,
assente, o perché colui al quale è detta, messo sull’avviso, provveda a
rimediare, prima che si debbano prendere pubblicamente misure nei suoi
confronti. in
zona Cesarini All’ultimo
momento. Si dice di vittoria, di rimedio trovati in extremis, alludendo a un famoso e decisivo goal segnato nel 1931,
in una partita di calcio della nazionale italiana contro l’Ungheria, dal
giocatore italo-argentino Renato Cesarini, militante nelle file della Juventus.
L’espressione è usata negli sport in particolare nel calcio e, spesso, anche
nel discorso comune. in
càuda venenum Latino:
nella coda sta il veleno. Detto latino ispirato allo scorpione, che ha il
pungiglione all’estremità della coda. Si usa in vari sensi: per ricordare che
la parte finale di un’impresa è spesso la più difficile, che il peggio viene
per ultimo e più frequentemente a proposito della conclusione offensiva,
malevola, di un discorso iniziato con finta benevolenza, conclusione che svela
l’astio fin lì ipocritamente nascosto. incipit
vita nova Latino:
ha inizio una vita nuova. Parole premesse da Dante alla Vita nuova e che si citano auspicando o proponendo il radicale
rinnovamento di qualcosa. in
còrpore vili Latino:
su un corpo di poco conto. Si dice, ma ormai di rado, della sperimentazione di
un nuovo farmaco sugli animali. Più spesso si usa, in tono risentito o
scherzoso, quando si esegue una prova, un tentativo rischioso su qualcuno,
trattandolo alla maniera di una cavia. Si racconta che uno studioso del XVI
secolo, M. de Muret, udendo i medici che lo curavano pronunciare a suo riguardo
la frase: Faciamus experimentum in corpore
vili, “Facciamo una prova su questo individuo senza importanza”,
ritrovasse quasi per prodigio tutte le energie, ribattendo a tono e balzando dal
letto, guarito.
in
hoc signo vinces Latino:
in questo segno vincerai. Secondo Lattanzio (De
mortibus persecutorum, 44), Costantino avrebbe visto apparire in cielo la
Croce, con questa famosa “didascalia”, prima della battaglia di Ponte Milvio
contro Massenzio (312 d.C.), decisiva per l’lmpero e per le sorti del
Cristianesimo. Si ripetono per affermare la propria fede, o per alimentare
quella altrui, in un simbolo, un capo, un’idea che si crede destinata al
successo. Fu anche motto dell’Ordine dei Templari. in
medio stat virtus Latino:
la virtù sta nel mezzo. Massima della filosofia medievale scolastica derivata
da Aristotele, citata per elogiare la moderazione nel giudicare e
nell’operare. Di senso analogo al giusto
mezzo di Pascal e all’oraziano est
modus in rebus . in
mente Dei Latino:
nella mente di Dio. Si dice di cosa di là da venire, di un vago progetto della
cui realizzazione si hanno buoni motivi per dubitare. in
pèctore Latino:
in petto. Si dice di persona che, per i meriti acquisiti o per la benevolenza di
cui gode presso chi ha il potere di decidere, appare destinata ad accedere a una
carica, a raccogliere un’eredità. Il Papa, annunciando in Concistoro di aver
nominato un cardinale, può riservarsi di renderne pubblico il nome quando lo
riterrà più opportuno. interim Latino:
nel frattempo. Si usa soprattutto nel linguaggio politico e amministrativo: è
il lasso di tempo durante il quale un incarico resta senza titolare. Ministro
ad interim: quello che regge provvisoriamente un ministero rimasto
vacante in attesa che sia nominato il nuovo titolare. inventare
il cavallo (o l’acqua calda o l’ombrello) Avere
una trovata che non è affatto tale, che non dice nulla di nuovo. D’uso
ironico o scherzoso. L’inventore del
cavallo, si tratta di una commedia di Achille Campanile (1924). in
vino vèritas Latino:
nel vino sta la verità. Chi ha alzato il gomito si scrolla di dosso le normali
inibizioni e dice, senza peli sulla lingua, quello che pensa, con effetti
esilaranti e talvolta imbarazzanti. Il proverbio, antico quanto il vino, si
trova nel poeta greco Alceo e in molti altri autori dopo di lui. Lo si cita
nella forma latina. io
ho quel che ho donato La
vera gioia, la vera ricchezza non sta nel ricevere, ma nel dare agli altri. Il
bellissimo motto, attribuito a Gabriele D’Annunzio, fu scoperto dallo stesso
poeta, inciso su una quattrocentesca pietra di focolare. ipse
dixit Latino:
l’ha detto lui stesso. Quel “lui” era Aristotele, alla cui indiscussa
autorità si richiamavano i filosofi della Scolastica medievale per tappar la
bocca a chi voleva pensarla con la propria testa. Oggi si usa ironicamente
riferendosi a coloro che non tollerano obiezioni alle proprie idee, o a quelli
che, per supina reverenza verso l’autorità di qualcuno, non ammettono che se
ne pongano in discussione opinioni e decisioni. ipso
facto Latino:
sul fatto stesso, per il fatto stesso che. Si usa spesso nel senso di
“immediatamente, detto fatto” o, più propriamente, di “automaticamente”.
Se un soldato si allontana dal suo reparto in tempo di guerra, ipso
facto è considerato disertore. ira
d’Achille Figuratamente,
può riferirsi a un dissenso tra alleati, collaboratori che si dimostra
deleterio per la causa comune. Così come lo fu, per i Greci che assediavano
Troia, lo sdegno dell’eroe omerico contro il condottiero Agamennone, che lo
indusse ad appartarsi temporaneamente dalla guerra ritirandosi sotto la propria
tenda. Italia,
un’espressione geografica Frase dell’austriaco principe di Metternich (1773-1859), grande artefice della restaurazione postnapoleonica e del predominio asburgico in Italia. Scritta in francese (lingua diplomatica per eccellenza fino alla Seconda guerra mondiale), era contenuta in un dispaccio sulla “questione italiana” che lo statista indirizzò, il 6 agosto 1847, ai principali governi europei. In tale occasione, Metternich non diede prova di saggezza.
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