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Modi di dire: O
obbedisco! Fu
la laconica e — nella sua laconicità — polemica risposta che Garibaldi inviò
per telegramma, il 9 agosto 1866, durante la Terza guerra d’indipendenza, al
Coniando Supremo italiano che gli aveva ordinato di ritirarsi dalla zona dei
Trentino da lui occupata dopo la brillante vittoria di Bezzecca. Si ripete,
all’occasione, per sottolineare che ci si inchina all’ordine del superiore,
anche se personalmente si resta di parer contrario. obtorto collo Latino:
a collo torto. Nell’uso colto. Controvoglia, come chi storce il collo nel
mandar giù un boccone amaro. occhio alla penna Nell’uso
comune, vale come esortazione a essere guardinghi, a non commettere errori, a
porre molta attenzione al compito nel quale si è impegnati. La penna in
questione sarebbe quella (spesso si trattava di una o più piume) che gli
arcieri mettevano alla cocca della freccia e alla quale accostavano l’occhio
per prendere accuratamente la mira. occhio per occhio, dente per dente Proverbialmente,
così si riassume la biblica legge del taglione, che si applicava vendicando
l’offesa con una offesa altrettanto grave (“‘taglione” sembra derivi dal
latino talis, nel significato di
“tale e quale”); legge che Cristo condannò (Matteo,
5, 38 e segg.) esortando a “porgere l’altra guancia”, cioè a
perdonare l’offesa per amore di Dio. ora canonica Sono
ore canoniche quelle (otto nel corso
della giornata) in cui la Chiesa prescrive ai suoi ministri la recitazione
dell’ufficio divino. Per estensione scherzosa, si chiama così l’ora, il
momento in cui, per abitudine, si fa qualcosa come l’andare a tavola, o a
letto, o a fare la partita con gli amici. o
tèmpora, o mores! Latino:
o tempi, o costumi! Proverbiale esclamazione deprecatoria di Cicerone
richiamata, per lo più in tono di scherzosa indignazione, per deplorare i
corrotti costumi contemporanei. ottimo e abbondante... Ironico commento che si sente talvolta ripetere a proposito di cose, in generale di cibi, la cui qualità lascia molto a desiderare, ma che si vuole sufficiente per la gente di basso rango. Presso i reparti militari un ufficiale doveva, per regolamento, assaggiare il rancio prima che venisse distribuito alla truppa per accertarne il grado di commestibilità. E in tempi di ristrettezze era a volte costretto, per forza di cose, a giudicare con indulgenza eccessiva l’opera del cuoco.
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