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Modi di dire: R
raccontalo al Kaiser Espressione
volgare, assai frequente nel discorso comune nei primi decenni di questo secolo
e tuttora viva, con la quale si manifesta il più completo disinteresse per le
richieste o le rimostranze di qualcuno. Kaiser,
“Cesare”, era il titolo dell’imperatore di Germania, personaggio
detestato non meno dell’austriaco Francesco Giuseppe (Cecco Beppe) dal
nazionalismo e dall’irredentismo italiano. roba
da chiodi Si dice di cose o fatti quasi incredibili per la loro
stupidità, per l’insipienza dimostrata da chi ne è responsabile. Sembra che
l’espressione sia nata tra i mobilieri, con riferimento a mobili non montati a
incastro, com’è regola d’arte, ma tenuti assieme con chiodi. ritirarsi sull’ Aventino Appartarsi sdegnosamente dalla
lotta, a volte col proposito di danneggiare, così facendo, gli avversari.
L’Aventino era il colle di Roma sul quale, secondo la leggenda, si ritirò la
plebe, nel V secolo a.C., per protestare contro i soprusi dei patrizi; fu
Menenio Agrippa, con il suo famoso apologo, che la convinse a rientrare in città.
Aventino fu chiamato anche il
sabotaggio dei lavori parlamentari attuato dagli oppositori al fascismo nel
1924-’25, dopo il delitto Matteotti. restare
di sale Lo stesso che restare di sasso, di stucco, di princisbecco; restare come un allocco,
come un salame e altre espressioni talvolta volgari: provare una tale
sorpresa da rimanere sbalorditi, addirittura senza parola, come impietriti. Il
biblico Lot, nipote di Abramo, preavvertito dagli angeli della distruzione della
corrotta Sodoma, fuggì dalla città con le due figlie e la moglie (Genesi,
16 e segg.), ma quest’ultima contravvenne all’ordine divino di non
voltarsi indietro e fu perciò mutata in un statua di sale. Donde l’analoga
locuzione, poco usata: restare come la moglie di Lot. romper
l’ anima Lo
stesso che seccare, infastidire. Nonostante il crescente diffondersi del
turpiloquio e la sua conseguente svalutazione, romper
l’anima e analoghe espressioni non diventano delicate. riposare (o dormire) sugli allori Si
dice di chi, dopo qualche successo, si adagia e resta inoperoso: Dopo la vittoria, riposa sugli allori.
Nell’antichità greco-romana l’alloro era simbolo di vittoria e con
le sue foglie si incoronavano i vincitori, i poeti illustri, detti appunto
“laureati”. Da qui anche la parola “laurea”. rebus sic stàntibus Latino:
stando cosi le cose. Formula del linguaggio giuridico, usata anche in
quello comune nel senso indicato dalla traduzione. redde
rationem (pron. “...razionem”) Latino:
rendi conto! La locuzione viene dalla parabola narrata nel Vangelo (Luca, 16, 2 e segg.), dell’amministratore infedele
chiamato al rendiconto dal suo padrone. refugium peccatorum Latino:
rifugio dei peccatori. Invocazione nelle litanie della Vergine, usata spesso
scherzosamente a proposito di persone, luoghi, istituzioni che ospitano tutti e
di tutto, per la longanimità — talvolta interessata — di chi offre rifugio. relàta rèfero Latino:
riferisco cose riferite. E sottinteso “da altri”, e quindi per dovere di
cronaca, senza assumere alcuna responsabilità circa l’esattezza
dell’informazione che si riferisce. repetita iùvant Latino: le cose ripetute giovano. Massima latina di
origine incerta che si richiama scherzosamente a proposito di un’esperienza
piacevole o per affermare l’utilità di ribadire una raccomandazione, un
consiglio, eccetera. Roma o morte! Parola d’ordine garibaldina che esprimeva l’inflessibile atteggiamento del generale circa la dibattuta questione romana. Fu pronunciata durante un discorso ai volontari presso Palermo, il 1° agosto 1862, e presa a motto dell’impresa d’Aspromonte. immediatamente successiva, e di quella di Mentana (1867).
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