La cucina
è tra gli ambienti a maggior rischio perché
le
attività che vi si svolgono comportano l'uso di
apparecchiature a gas ed elettriche e l'impiego di
materiali pericolosi (liquidi
bollenti, sostanze infiammabili,
tossiche e caustiche), inoltre i numerosi elettrodomestici vengono utilizzati in
prossimità o a contatto diretto con l'acqua.
È
necessario distinguere tre modelli di cucina: la cucina da lavoro (cabina di
cottura o comunque ambiente
destinato alle sole preparazione
e conservazione dei cibi e alla cura delle
stoviglie), la cucina-pranzo (nella
quale si consumano anche le vivande) e la cucina
aperta sul soggiorno (delimitata solo da
muretti o arredi). Spesso, la cucina viene utilizzata anche per stirare
e dai bambini per giocare o studiare.
Vediamo come migliorare la
sicurezza in cucina.
La cucina
da lavoro
è l'ambiente a minor rischio
perché
coinvolge solamente la casalinga sicura dei suoi
movimenti e le operazioni
avvengono in uno spazio
compatto (purché
non sia troppo stretto). I rischi sono maggiori
se aumentano le dimensioni del locale, il
numero delle
persone che lo frequentano e le attività
svolte: cucinare, stirare, studiare, cucire ecc.
Gli infortuni
tipici che si verificano in cucina sono: ferite
provocate da strumenti taglienti (forbici, coltelli - anche
elettrici -, affettatrici), ustioni causate da liquidi bollenti e
dalla fiamma
dei fornelli (direttamente o per incendio
innescato), ustioni interne da ingestione di liquidi corrosivi
(acido muriatico, candeggina), scosse elettriche.
Gli infortuni più
frequenti riguardano le casalinghe ma sono in generale di scarso rilievo (ferite
e ustioni alle mani e alle braccia). Conseguenze più gravi possono
invece essere subite dai bambini che sono esposti a
pericolosi incidenti: essere investiti da una pentola di
liquido bollente; trasformarsi in torce per essersi troppo avvicinati al fuoco
indossando abiti di tessuto infiammabile
(nylon); essere colpiti da scosse elettriche circolando a piedi nudi e infine
ingerire liquidi tossici o corrosivi.
Anche gli anziani possono essere vittime di infortuni
analoghi.
Per questi motivi bisogna restringere la zona di maggior pericolo (fornelli e
piano di lavoro) e disporre di uno spazio
lavorativo ordinato e ben organizzato.
CONSIGLI DI ARREDAMENTO
Per migliorare la sicurezza in cucina è utile considerarla come un ambiente
professionale dove, per operare in sicurezza, bisogna
avere uno spazio adeguato alle attività da svolgere;
le indispensabili apparecchiature vanno collocate in maniera che tra di
esse vi sia una buona relazione
d'uso, senza intralci sui percorsi da compiere
per passare dall'una all'altra.
La disposizione della cucina
può seguire vari schemi:
a I, a I parallele, a U, a L. La cucina sviluppata su
tutta la lunghezza di un lato è generalmente troppo
lunga e richiede un maggior consumo di energie per
gli spostamenti. La cucina sviluppata su due lati paralleli
rende inevitabile che chi passa per la cucina incroci i percorsi di lavoro.
La soluzione a U viene consigliata alle famiglie numerose. La soluzione a L sembra,
la migliore perché accorpa il gruppo piano
di
cottura-frigorifero-lavello, separandolo dagli altri elementi. Questa scelta non
è casuale, infatti studi ergonomici hanno
individuato un ipotetico "triangolo"
delle attrezzature fondamentali i cui vertici sono appunto costituiti
dal piano di cottura-frigorifero-lavello.
Il "triangolo"
dovrebbe essere disposto in modo da
non venire mai intersecato da coloro che passano per
la cucina e ciò vale specialmente per il percorso
lavello-piano di cottura che è il più praticato.
Inoltre, è necessario che tra i vertici del triangolo non si inseriscano porte o
mobili a tutt'altezza.
Per avere spazio di lavoro
sufficiente
circa
lo sviluppo in lunghezza è
stato stabilito
che il perimetro del
triangolo deve essere compreso
tra 360 e 660 cm (fino a
800 cm per le cucine molto
grandi). In particolare, si
raccomanda una distanza di:
120-180 cm tra lavandino e
piano di cottura; 120-210
cm tra lavandino e
frigorifero; 120-270 cm tra frigorifero e piano di cottura.
L'area di lavoro
deve comprendere nell'ordine, da
sinistra a destra (e viceversa per i mancini): frigorifero,
lavandino e piano di cottura. Quest'ultimo non deve
essere mai situato in un angolo (dove è più faticoso
muoversi) o dietro ad una porta dove l'operatore può
essere
urtato da qualcuno entrato all'improvviso. Il
piano di lavoro non deve essere unico e,
peggio, collocato alle spalle
dell'operatore
ma suddiviso in più elementi
posti a lato delle tre attrezzature fondamentali; deve
essere inoltre sufficientemente ampio per manovrare
senza affanno pentole e attrezzi.
I
piani operativi
della cucina devono essere alla
stessa altezza e quelli ai lati della piastra di cottura
devono avere rivestimenti di materiale adatto a sopportare
l'appoggio di pentole roventi. Le dimensioni minime
dei piani di lavoro di supporto ai vari apparecchi sono: 30-45 cm per il forno;
30-45 cm su di un lato e 60 sull'altro per il piano di
cottura; 90 cm per il lavello; 30-45 cm per il frigorifero.
Altri suggerimenti sono:
usare appendini visibili per
mestoli e simili; non
collocare armadietti al di sopra
del piano di cottura perché, togliendo e riponendo gli
oggetti contenuti, è
facile farli cadere rovesciando i
cibi presenti sul fuoco.
I modelli più recenti, privi di fiamma libera, sono
di assoluta sicurezza. L'armadietto in cui vengono
riposti liquidi pericolosi deve essere
situato in luogo elevato,
inaccessibile ai bambini (anche se arrampicati
su una sedia); i liquidi infiammabili, in
particolare devono essere tenuti lontani dal fuoco.
Per smaltire i prodotti della combustione e come protezione
contro le fughe di gas si raccomanda di applicare
un sistema di ventilazione permanente; una ventolina
funzionante per depressione applicata al vetro
della finestra può essere sufficiente.
Per quanto riguarda l'impianto elettrico,
anche se nella
centralina dell'appartamento è installato un interruttore
automatico differenziale da 0,03 A (come prescrivono
le norme), si consiglia di installare un interruttore
differenziale ad altissima sensibilità (che interviene
con correnti di distribuzione non superiori a 0,01 A) a
protezione delle prese di corrente situate sopra il
piano di lavoro a servizio dei piccoli elettrodomestici.
L'interruttore differenziale ad altissima sensibilità è utile in tutti gli
ambienti umidi e quindi anche nei bagni.
L'IMPIANTO A GAS
Anche se non è una delle
cause più frequenti di incidenti domestici, la sicurezza della cucina passa
anche attraverso l'impianto a gas che è spesso
responsabile di incidenti mortali per asfissia o per esplosione.
In ordine
decrescente di importanza, in termini di
danni all'uomo, gli incidenti dovuti al gas
rientrano in
due categorie:
-
intossicazione da ossido di carbonio
(CO);
-
esplosione nell'ambiente
o negli apparecchi
per fughe dall'impianto o dagli apparecchi stessi.
Per quanto riguarda i rischi più comuni legati all'uso
di fornelli a gas si raccomanda di utilizzare apparecchi
dotati del maggior numero di dispositivi di sicurezza
(termocoppie, manopole autobloccanti ecc.), di
chiudere sempre l'interruttore centrale quando non si
usa l'apparecchio, di non lasciare pentole incustodite
sul fuoco, di utilizzare sensori del gas. Per chi adotta caldaie o scaldabagni a
gas si consiglia
di usare i tipi a fiamma sigillata (i cosiddetti apparecchi
di Tipo C).
L'impianto a vista
consente
il costante controllo delle
condizioni
delle tubature. Le norme ne consentono
anche il passaggio
"sotto-traccia"
purché i tubi siano annegati
nella
malta cementizia e siano chiaramente individuabili
e purché nel tratto sotto-traccia non ci siano congiunzioni
di alcun tipo.
I tubi
non possono essere posati
a
contatto con le
tubazioni
dell'acqua, all'interno di garage, nei locali
dei contatori elettrici, nei depositi di materiali
infiammabili ecc.
Ventilazione e scarico dei fumi.
Si ricorda che affinché
il gas possa bruciare in modo corretto, occorre
che la
fiamma sia alimentata dalla giusta quantità di
aria e che i prodotti della combustione siano
evacuati all'esterno ma perché
i fumi possano uscire all'esterno attraverso il camino è necessario che il
loro volume sia sostituito all'interno da pari volume d'aria.
E' abitudine molto pericolosa
ritenere che la ventilazione naturale
provocata dagli spifferi d'aria provenienti
da porte e finestre sia sufficiente per garantire il volume d'aria necessario a
sostituire i fumi, soprattutto oggi che i serramenti, per ragioni di risparmio
energetico sono realizzati a tenuta
perfetta. Anche se può sembrare antiestetica o se dà fastidio
l'aria fredda che entra,
è necessario
che nell'
ambiente in cui è presente un fornello a gas, si realizzi
su una delle pareti esterne un'apertura per
l'ingresso dell'aria. Questa deve
avere
una superficie di almeno 6,0
cm2 per ogni KW di portata termica,
con un minimo di 100 cm2,
deve essere tenuta
libera senza addossarvi mobili o
altro. Quando non
è proprio possibile effettuare l'areazione diretta
del locale si
può prelevare l'aria da
un locale attiguo purché questo
non sia una camera da letto e sia
dotato di
ventilazione diretta.
Altro elemento importante per l'evacuazione
dei prodotti della combustione è il condotto per lo scarico
dei fumi. E'
sempre
necessario
controllare che il tiraggio non sia ostacolato da fuliggine o
impedimenti
inaspettati.
I
fumi
prodotti dall'apparecchio di
cottura
devono essere scaricati in
una
canna che non può essere
usata
per ricevere i fumi di altri
apparecchi (scaldabagni, caldaie).
Le caldaiette per
riscaldamento
autonomo e per gli scaldabagni a
gas richiedono le
stesse precauzioni
necessarie per gli apparecchi di cottura.