Padre
Cristoforo, noncurante delle offese e delle provocazioni che si recano alla sua
persona, con la sua pazienza, che giunge fino all’eroismo, conferisce al
colloquio un avvio pacato e sereno.
Quando
don Rodrigo chiede al cappuccino il motivo della visita, questi risponde: « vengo
a propone un atto di giustizia...». E continua parlando di coscienza e
d’onore. Ma il tiranno, piuttosto seccato, taglia corto, dicendo che di tutte
queste cose, l’unico custode è lui.
Malgrado
la buona intenzione di padre Cristoforo, di raggiungere il suo scopo, senza
trascendere, per colpa di don Rodrigo la discussione diviene sempre più
concitata. E la spavalderia e l’arroganza del potente signorotto giungono fino
all’incredibile, tanto da proporre al suo rivale, se c’è « qualche
fanciulla che le preme molto», di mandarla da lui, che la proteggerà.
A
questo punto l’umiltà del frate sparisce e con solennità pronunzia a metà
una terribile profezia che fa tremare don Rodrigo, il quale, per reazione,
allenta il freno ai propri istinti, lo copre d’improperi, e lo scaccia con
modi villani.
Padre
Cristoforo frena dentro di sé la sua ira e si allontana, deciso ad accettare la
sofferenza per il bene altrui. Mentre volge benignamente il suo pensiero verso i
suoi protetti, inaspettatamente, come per volere divino, il vecchio servitore,
che prima l’aveva accompagnato fino all’uscio della sala del convito,
ansioso di salvare la sua anima, gli promette il suo aiuto. Egli assicura al
frate che lo informerà di tutti i piani che il suo padrone progetterà. E così
padre Cristoforo, parzialmente rincuorato, con la fede sempre viva in Dio, si
avvia verso la casa di Lucia.
Intanto
Agnese, come si è detto prima, orgogliosa della sua maggiore età ed
esperienza, che si vanta di poter dare dei consigli, anche se poi non risultano
preziosi, con l’approvazione di Renzo, ma Lucia renitente, pensa al modo come
far diventare i due marito e moglie. Ella, infatti, spiega a Renzo e Lucia che
è sufficiente, assistiti da due testimoni, dichiararsi a vicenda marito e
moglie dinanzi al parroco. Anche così il matrimonio è regolarmente valido. In
verità Lucia resta perplessa, vorrebbe che tutto si svolgesse in regola e non
si ricorresse a degli espedienti. Ma Renzo, nella speranza di vincere
l’ostinazione di Lucia, incomincia ad attuare il progetto di Agnese.
Riesce
a procurarsi come primo testimone Tonio. Questi accetta, in quanto Renzo
promette che gli pagherà il debito contratto con l’avaro don Abbondio; anzi,
Tonio, esultante, gli propone come secondo testimone il fratello Gervaso: basta
offrirgli da bere e da mangiare.
Il
colloquio che si svolge all’osteria tra i due non manca certamente di arguzia
e vivacità. Quindi Renzo ritorna da Lucia tutto trionfante, e riprende il
discorso nel tentativo di convincerla, quando, frettoloso come al solito,
giunge padre Cristoforo.
